venerdì 11 febbraio 2011

Qualche piccola differenza tra.......

All’incirca, tutti coloro che sono nati dopo il 1990 sono «nativi digitali
». È un’espressione presa a prestito dalla sociologia per individuare
tutti quei ragazzi che, per così dire, «nascono imparati». Non
appena posano le mani sul tuo computer o su qualunque altra diavoleria
tu abbia comprato, sanno esattamente come utilizzarla, conoscono
già per istinto le funzioni di base e sono in grado di intuire
dopo pochi minuti anche quelle più avanzate.















Chi non appartiene a questa categoria fa parte della comunità (in
via d’estinzione) degli «immigrati digitali», cioè coloro che hanno (ancora)
bisogno di leggere il libretto di istruzioni.
Ciò che cambia, tra questi due insiemi di individui, non sono la conoscenza
o la capacità, bensì «il modo di pensare».
È il pensiero a cambiare.
Immagina di chiedere a un uomo dell’Ottocento di scrivere sul
computer: tenterebbe probabilmente di fare segni sullo schermo
con una matita a carboncino.
A te, invece, non verrebbe mai in mente: sai che, quando sei di
fronte a un monitor, lo schermo è come un foglio, ma per scrivere devi
utilizzare una tastiera!
Per i tuoi figli è ancora differente: quando vedono un foglio elettronico
lo considerano «un foglio elettronico», non lo paragonano al
pezzo di carta. Come tu non ti sogneresti mai di pensare alla matita,
allo stesso modo loro non si sognerebbero mai di pensare neppure
al pezzo di carta!
Non facendolo guadagnano in immediatezza: il loro cervello va più
veloce perché ci sono dei passaggi logici che, semplicemente, non
perdono tempo a fare. Per loro scrivere su «Word» significa «usare
Word» e non scrivere «per mezzo» di un programma.
Gli immigrati che hanno imparato un’altra lingua pensano nella
propria, mentalmente la traducono e poi parlano nell’altra. Qualcuno
ci riesce meglio, altri con grande difficoltà.
I nativi digitali non pensano alla macchina da scrivere quando
scrivono, alla busta da lettere quando mandano mail, alla pellicola
quando fanno foto. Come i madrelingua, non devono tradurre o pensare
per analogie.
È un po’ la differenza tra chi ha vissuto il passaggio Lira/Euro e
chi non ha mai maneggiato le Lire.
Il vantaggio dei nativi digitali resterà tale finché i loro figli (che non
conosceranno più il concetto dello scrivere con le mani) non li guarderanno
basiti e un po’ inorriditi usare ancora una tastiera con le dita.
L’inconveniente è che, pur senza farlo apposta, i maldestri tentativi
di apprendimento di alcuni suscitano l’ilarità e talvolta lo scherno
e il disprezzo di figli e nipoti.
"Le Mille Bolle Gialle"

3 commenti:

  1. cara AnnaLisa, anch'io nel mio blog ho postato un intervento sui nativi e gli immigrati digitali, ma il tuo lo trovo molto più comprensibile del mio! :)
    Sinceramente mi fa strano pensare che i nostri figli o nipoti non concepiranno l'idea che noi abbiamo di scrivere una bella lettera su un bel foglio di carta, oppure di scattare una fotografia decisamente più "realistica" fatta con una macchina fotografica non digitale (chissà se esisterà ancora!!).

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  2. Ciao Verooo ^-^ mi fa piuacere che tu abbia trovato interessante ciò che ho scritto! Ho pensato che tanti paroloni non avrebbero reso l'idea quindi l'ho fatta un po più semplice.
    Hai ragione, pensa che i nostri figli non avranno più un semplice foglio per scrivere ma nasceranno con il computer. E credo proprio che le macchine fotografiche non digitali i nostri figli non le vedranno proprio!! facciamo fatica a vederle ora ^-^

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  3. Ciao ... anche io ho trovato interessante l'argomento, per questo anche io nel mio blog ho postato un intervento sullo stesso tema.
    Quando frequentavo le Scuole Superiori avevo come materia, tra le tante, fotografia. Mi ricordo come era bello uscire nelle giornate di sole e scattare tante fotografie sia con le macchine digitali ma anche con le macchine fotograficeh con il rullino e mi ricordo l'emozione che provavamo quando entrando nella camera oscura eravamo noi stessi a sviluppare quelle foto. Penso che la stessa emozione non la proveranno i nostri figli o i nostri nipoti ed è un male, perchè è un momento immortalato da noi e reso cartaceo da noi stessi. Loro, purtroppo, cresceranno con l'idea di internet, delle macchine digitali o chissà quali altre diavolerie ci saranno tra qualche anno.
    Noi ci emozioneremo a guardare delle fotografie, a sfogliare album fotografici che ritraggono noi bambine quando ancora la macchina digitale era solo una fantasia. Loro saranno solo automi, dipendenti da qualsiasi tipo di tecnologia.

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